martedì 29 maggio 2007

la fata triste e catarsi lunare



Cara Valentina il tempo non fa il suo dovere e a volte peggiora le cose
credimi pensavo davvero di avere superato il momento difficile
ed ancora adesso non mi è chiaro lo sbaglio che ho fatto
se il vero sbaglio è stato il mio
perchè dai miei trent’anni ti aspettavi un uomo col senso del dovere
perchè chi s’innamora non deve dirlo a nessuno
oppure un’imprudente enfatica demenza
nel farti le carezze girata dall’altra parte

Ho la strana sensazione di un amore acceso
esploso troppo presto fra le mani e cara Valentina
che fatica innaturale perdonare a me stesso
di essere io di essere fatto così male
cara Valentina il tempo non fa il suo dovere
e a volte peggiora le cose

E tu sarai il pretesto per approfondire
un piccolo problema personale di filosofia
su come trarre giovamento dal non piacere agli altri
come in fondo ci si aspetta che sia

Per esempio non è vero che poi mi dilungo spesso su un solo argomento…

GRANDI SULCESSI

grazie al dott.r cavalli...

CACCA PRIMA DEGLI ESAMI 3 ORE DOPO
ovvero cacca dopo degli esami

A poche ore dal grande successo di CACCA PRIMA DEGLI ESAMI tornano i simpatici protagonisti del film che ha sconvolto una generazione. Ancora una volta Riccardo skaMARCIO, Sabrina StraPUZZA, il Messere e i canarini mannari verranno travolti dall' inaspettata incontinenza dell'Amore!


CACCA DURANTE DEGLI ESAMI

Un prequel del sequel. Sappiamo cosa succede prima, cosa succede dopo, ma cosa succede se l'espolosione incontenibile dell' Amore ti sorprende nel mentre? Un film che ci insegna che quando scappa l'Amore...bisogna correre!

sabato 5 maggio 2007

2090: l'o diss'ea (una storia... del cazzo) ACCORRETE NUMEROSI!!

Napoli: i nostri eroi si scontrano con i problemi di ogni giorno, quelli di ieri, di oggi e di dopodomani. Uno spaccato tra soli trasparenti al tramonto del secondo millennio. Che allah ci protegga!
Milano e tutta la grana padana è sotto controllo dei giapponesi.
C’è stata la rivoluzione extracomunitaria, hanno condannato Bosso e tutti i verdoni alla camera iperbarica, ma tuo padre si è salvato grazie a una patente a punti della mulino bianco contraffatta. E adesso lavora nel sottosuolo dell’enorme Gardaland...
“sono cose che si
leggono nelle fiabe: fratelli, ceci, tamaghoci, pong ping e ping pong… cose del tempo andato. Come le storie che ci raccontava nostro padre prima di andommentarci... Le mele, le pere le banane... cose del tempo andato!”

giovedì 3 maggio 2007

CICCIO RICCIO

tornando a casa poco fà la città era vuota e addormentata. nei miei pochi incontri notturni ho trovato solo un paio di automobili, una con lo stereo a palla, angioletti di polline di pioppo che mi passavano davanti agli occhi o che volteggiavano su di me gridando nel vento e nel silenzio abbissale della notte... e poi, non un cane, neanche un gatto, ma... un RICCIO!!
Dunque, lui se ne stava li fermo e immobile, ne è scappato ne mi ha attaccato, era solo, è proprio il caso di dirlo, chiuso a riccio. io non sapevo che fare, avrei voluto abbracciarlo, ma non ce l'ho fatta, e l'ho accarezzato, lui si è lasciato coccolare e coccolava anche me standosene lì..
che animale veramente strano.. le poche volte che l'ho incontrato in passato, era sempre passato a miglior vita.. giù da me d'estate le strade fanno una strage, lui poverino se la sculetta zampettando sull'asfalto, sente questo boato che arriva, si blocca, viene investito da fasci di luce immensi, resta immobile... e lo appanzano!
eppure quando a piedi di sorpresa ne spunta uno, hai quasi paura delle sue spine. poi ti avvicini piano piano, pieghi le ginocchia, e lui se ne sta lì fermo, forse magari non in tutte le situazioni, magari di giorno scappa, magari con i suoi cuccioli dietro inizia a zombettarti dietro il culo...




così piccolo, carino, e pungente...
non so perchè, ma mi fa venire in mente alcune donne..




comunque, felice dell'incontro, anche perchè dicono che porti fortuna (e poi gli ho accarezzato anche la gobba!.. scusate, ma ultimamente sono un pò troppo avido di fortuna..), l'ho salutato, e sono andato a dormire, nel mio letto di spine.. quando lo invidio, lui che può andare in letargo!!






in ogni caso, se un giorno di questi vi ritrovate un riccio che vi gratta alla porta... (attenzione: riccio in grattamento====>)






" Sebbene il riccio appartenga all'ordine degli Insettivori, può essere considerato un Onnivoro. In natura il riccio adulto si nutre prevalentemente di cavallette, grilli, mantidi, vermi della terra, scarafaggi, millepiedi, chiocciole, uova di uccelli, ma anche serpenti, topi e lucertole.

In cattività mangiano praticamente tutto, ma studi scientifici indicano che preferiscono il cibo nel seguente ordine: salmone in scatola, pollo, carne bovina, uova bollite, patate e carote cotte, frutta e succhi di frutta (arance, fragole, pere, uva , frutti di bosco, banana matura). E' risaputo che i ricci amano il latte, ma se in assunto in eccesso può provocare diarrea nei sia nei giovani che negli adulti. I ricci sono individualisti: certi mangiano tutto ciò che gli viene posto davanti, altri si ostinano su una determinata marca di merendine o solo su larve della farina. In generale, comunque, la digestione è a posto quando le feci hanno l'aspetto di salsicciotti neri o marroni e il peso dell'animale aumenta dai 50 ai 100 g alla settimana (naturalmente fino a un peso limite!). Sarebbe utile compilare una tabella del peso del nostro amico e aggiornarla tutte le settimane in modo da poter così monitorare la sua crescita. Il cibo va servito ai ricci in ciotole dal bordo di circa 1,5 cm e non troppo grandi (va bene ad esempio il tappo di un barattolo), altrimenti saliranno sopra il cibo per raggiungerlo meglio e rovesceranno il contenuto del piattino."

scivola, scivola vai via... non te ne andare


Senza eta'
il vento soffia la
sua immagine
nel vetro dietro il bar
gocce di pioggia
bufere d'amore
ogni cosa passa e lascia

Scivola,
scivola vai via
non te ne andare
scivola, scivola vai via
via da me

Canzoni e poesie
pugnali e parole
i tuoi ricordi

sono vecchi ormai
e i sogni di notte
che chiedono amore
cadono al mattino senza te
cammina da solo
urlando ai lampioni
non resta che cantare ancora

Scivola, scivola vai via
non te ne andare
scivola, scivola vai via

via da me

(vinicio capossela, "all'una e trentacinque circa")

NON INSEGNATE AI BAMBINI Giorgio Gaber


Non insegnate ai bambini
non insegnate la vostra morale
è così stanca e malata
potrebbe far male
forse una grave imprudenza

è lasciarli in balia
di una falsa coscienza.

Non elogiate il pensiero
che è sempre più raro
non indicate per loro
una via conosciuta
ma se proprio volete
insegnate soltanto
la magia della vita.

Giro giro tondo cambia il mondo.

Non insegnate ai bambini
non divulgate illusioni sociali
non gli riempite il futuro
di vecchi ideali

l' unica cosa sicura
è tenerli lontano
dalla nostra cultura.

Non esaltate il talento
che è sempre più spento

non li avviate al bel canto,
al teatro alla danza
ma se proprio volete
raccontategli il sogno di
un' antica speranza.

Non insegnate ai bambini
ma coltivate voi stessi
il cuore e la mente
stategli sempre vicini
date fiducia all' amore

il resto è niente.

Giro giro tondo cambia il mondo
(album: io non mi sento italiano, 2003)

cosa volevi fare da grande?

ricordo che da bambino, quando mi chiedevano "cosa vuoi fare da grande?" rispondevo sempre: "Voglio andare in taxi!". quasi tutti pensavano che avessi voluto fare il tassista, e qualche volta ridevano, con la distratta indulgenza che ostentano gli adulti quando si accovacciano con le mani sulle ginocchia, fingendo di trattare con un bambino da pari a pari. e allora, se soltanto mi andava, gli spiegavo che no, che volevo andare in taxi e basta, come passegero, seduto dietro a fumare sigarette mentre mi portavano nel deserto del Sàra ("quello che c'è in africa, lo conosci?" chiedevo serissimo; "come no!" rispondevano loro), in mezzo ai beduini che dondolavano sui cammelli, vestiti di blu; o nelle steppe sconfinate come Michele Strogoff, con tutta la neve che fuori faceva freddo ma dentro il taxi no; oppure nelle città dell'india piene di incantori di serpenti e maragià nei palazzi d'oro, con le odalische dietro i veli che ogni tanto facevano scintillare i gioielli; o nelle praterie del faruèst per guardare gli indiani pellerossa e le misteriose parole fatte con le nuvole di fumo di là del finestrino. Vicino a me ci sarebbe stata cristina, che mi avrebbe tenuto per mano tutto il tempo parlando di questo e di quello, prima di chiedermi quale sarebbe stata la prossima tappa del nostro viaggio pieno di avventure e d'insidie da raccontare poi agli altri sotto i portici. Era la figlia del droghiere in piazza Fulcheria, e io ero innamorato di lei; faceva già la prima media, il che la collocava su un piedistallo per me mitico, e aveva gli occhi così verdi che non mi stancavo mai di guardarli, almeno finchè lei non si stancava di lasciarseli guardare e allora diceva che doveva andare a comprare qualcosa per sua madre, o fare un esercizio di algebra (mi piaceva quella parola, che sapeva di minareti e triangoli scalfiti nella sabbia con un bastoncino), o che aveva un appuntamento con donatella che l'aspettava dietro l'edicola.
A distanza di anni quel sogno infantile si era trasformato in una realtà tutta sua, anche se al posto del taxi c'era uno scooter, e al volante c'ero io; anche se la cristina originaria era diventata altre cristine dai nomi e dalle nazionalità diverse, sedute qualche volta sulla sella dietro di me... per quanto riguarda le sigarette; ne fumo spesso mentre guido, grazie a un utilissimo e sempre presente parabrezza che impedisce alla cenere di arrivarti negli occhi, anche se stai sfrecciando controvento a tutto gas.
(tratto da "brum brum" di Giorgio Bettinelli, pag 15)